Curriculum


C’era una volta, in una galassia lontana lontana… un paesino nomato Magenta. A Magenta, un giorno, un prode cavaliere costruì un ospedale. In quell’ospedale, mentre l’orologio del vicino campanile batteva mezzodì in un qualche piovoso giorno dell’autunno del 1972, nascevo io.

A parte giocare a pallone in ogni ruolo possibile e immaginabile, innamorarmi di Tetris e dei giochi di calcio manageriale, iniziare a tifare Inter e West Ham, rendermi conto che François Truffaut è Dio, scoprire i Los Angeles Lakers e i Dallas Cowboys, leggere ogni numero di Devil e di Silver Surfer pubblicati dall’Editoriale Corno, schifare Bruce Lee ma adorare Shang-chi, non perdermi una puntata dell’A-Team e di Starsky & Hutch e comprare l’unico LP inciso da Tracy Spencer, per i primi diciott’anni della mia vita non ho combinato un gran che.

Nei successivi diciott’anni, invece, ho forse combinato ancora meno. O almeno, questa è l’opinione dei miei genitori… In realtà ho smesso di giocare a pallone se non su un campo a 5 con un ristretto gruppo di amici, ho cambiato la mia rotta da «voglio fare il regista a Hollywood» a «faccio il critico cinematografico ma non guadagno una lira», ho scoperto che anche Joe R. Lansdale è Dio, ho smesso quasi del tutto di leggere fumetti ma in compenso mi pagano per scriverne a proposito, ho vissuto a Bologna, ho vissuto a Los Angeles, vivo a Sedriano ma non vedo l’ora di potermi trasferire armi e bagagli a Nizza, ho imparato l’inglese ma non il francese, non mi perdo una puntata del Dottor House, se devo finire in galera voglio essere rinchiuso a Oz, sono stato a Wembley a vedere la prima di Capello e ho comprato i primi due CD degli 883.

Negli anni ancora successivi, il persistere del «non guadagno una lira» mi ha portato a tradurre dall’inglese romanzi e fumetti. Per adesso il fisco non m’ha ancora messo al gabbio, quindi tutto bene…

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