Ramon el mestizo


Ramon Flores è la grande promessa del calcio argentino di metà anni Ottanta. Figlio di Franz Kindberg, un grande calciatore austriaco con la passione per Liszt, e di Anita Flores, un’india ballerina di tango, Ramon è un mestizo, il peggior mezzosangue possibile. Ha gli occhi azzurri e dei folti riccioli biondi, ma anche la carnagione scura tipica delle popolazioni amerinde.

Mestizo esordisce nel numero 32 del Monello, datato 10 agosto 1984, ma già al quinto episodio il titolo della serie diventa quello di questo articolo. Scritta dai fratelli Claudio e Graziano Cicogna (già creatori di Sorrow) e disegnata da Jesus Blasco Monterde (1919-1995, in seguito disegnatore di Tex), la serie è pubblicata con cadenza quindicinale fino alla sua naturale conclusione, nel numero del 4 ottobre 1985.

È lo stesso Ramon che ci racconta la propria storia grazie all’espediente della voce fuori campo scritta nelle didascalie. Veniamo così a sapere che il padre ha abbandonato la donna (con la quale non si era mai sposato) e il figlio per tornarsene in Europa quando il ragazzo giocava ancora nella squadretta del dignitoso rione di Buenos Aires in cui vivevano. E se questo abbandono ha costretto la madre a trasferirsi con il figlio in una favela, ha anche dato al mestizo la carica per diventare un fuoriclasse, per dimostrare di essere migliore del genitore.
La sua classe è cristallina, e ben presto Ramon viene ingaggiato da Los Encantos, la squadra più prestigiosa d’Argentina, permettendo così alla madre di acquistare un’acienda nel piccolo villaggio di Rioverde, dove Ramon incontra Clementina, con cui intesse una complicata storia d’amore.
Esordisce in prima squadra in Coppa Intercontinentale, segnando in maniera fortunosa il gol della vittoria contro la compagine inglese dei Lions. La sua carriera è però tutt’altro che facile: il ragazzo dimostra un carattere difficile e la paurosa attitudine a non passare la palla, e non sempre è in grado di lasciare fuori del campo i problemi della vita di tutti i giorni. Man mano che la storia prosegue, però, Ramon dimostra intelligenza e grande sensibilità, e impara da ciò che gli accade, cresce. Come nell’episodio in cui Los Encantos affrontano in Coppa Libertadores la squadra di un poverissimo sobborgo venezuelano, forse la miglior puntata della serie, e il mestizo capisce che non può avere pietà della loro condizione, perché i suoi tifosi sono altrettanto disperati e tristi, e altrettanto poveri.

È forse questo l’aspetto migliore della serie: fisicamente molto somigliante a Diego Maradona (alla cui carriera i Cicogna si sono sicuramente ispirati), il mestizo è un ragazzino malato per il calcio che rispecchia in tutto e per tutto i giovani della sua età, e il realismo con cui il protagonista è costruito ci fa dimenticare il fatto che si muova in un mondo fittizio in cui solo i calciatori del passato sono davvero esistiti, in cui gli eventi sono spesso troppo esagerati per essere davvero credibili e in cui i personaggi hanno nomi da cabaret come Ceffo, Virgilio e Max Lipton.

È proprio la vita “normale”, il dietro le quinte, che sembra interessare maggiormente gli autori. In effetti, le sequenze di gioco non sono raccontate e disegnate con la precisione che ci si aspetterebbe da un fumetto sul calcio ma, al di là di qualche eccesso da telenovela (l’omicidio passionale della presidentessa degli Encantos e le trame del presidente delle Aguilas, ad esempio), il modo in cui le vicende personali si intrecciano con quelle professionali (l’allenatore ubriacone, la società rivale che acquista i migliori giocatori degli Encantos, il tentativo di corruzione del portiere…) appassiona davvero, nonostante il mondo del calcio qui ritratto sia decisamente lontano da quello attuale (i tifosi che fischiano il loro idolo perché si è fidanzato con una stellina del cinema, andiamo…). E se sul campo Ramon Flores detto “Mestizo” ha iniziato l’antipatica moda di non esultare dopo una marcatura, ha saputo anche segnare un gol di tacco che Rabah Madjer se lo sogna di notte. Il suo talento è stato tanto grande da fargli guadagnare un faraonico ingaggio nella squadra inglese dei Bristol Rangers, che non sarà il Manchester United ma è pur sempre un’esperienza cui uno come lui tiene tantissimo.

Alberto Cassani (Gennaio 2005)

Categorie: Articoli, Calcio, Fumetti | Tag: , , | 2 commenti

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2 pensieri su “Ramon el mestizo

  1. spartaco

    serie bellissima peccato

  2. Be’, però ha avuto la sua giusta vita. Non è che sia stata sospesa dopo pochi mesi, è durata oltre un anno. Vero che certe cose potevano essere fatte meglio, ma non ci si può lamentare. Semmai è un peccato che non se la ricordi più nessuno (a parte noi).

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